Durante il viaggio in Lazio ci imbattiamo in questa cantina condotta personalmente da Sergio Mottura, vero e proprio eroe della viticoltura.
Il vino che vi andiamo a descrivere è ottenuto con un uvaggio tipico dell'Italia centrale a cui Mottura ha dedicato gran parte della sua attività per accentuarne la valorizzazione: Il Grechetto. Come suggerisce il nome, si pensa che sia stato portato in Italia dai coloni greci della Magna Grecia.
Per poter cogliere a pieno ogni sfumatura di questo uvaggio, la cantina ha selezionato tre diversi cloni da cui nascono altrettanti vini. Uno di questi è il "Poggio della Costa", il cru aziendale. Un calice vestito di un giallo paglierino intenso con note fruttate di frutti gialli.
Un palato sensuale, di buona freschezza e decisa sapidità. Con tutto il suo calore ci accompagna verso un lungo finale leggermente tannico.
Grandioso l'abbinamento a primi con sugo alle verdure, zuppe di cavolo nero o ceci. Naturalmente appropriato un legame con preparazioni di pesce.
Scheda prodotto
Tipologia vino |
Vino bianco fermo
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Denominazione |
IGT Civitella d'Agliano |
Formato (Litri) |
0.75 lt |
Uvaggio |
100% Grechetto |
Temperatura di servizio |
8-10° |
Vinificazione e affinamento |
Fermentazione in acciaio ,affinamento 4 mesi in acciaio. |
Gradazione alcolica |
14%vol |
Interessante la storia di questa cantina.
La famiglia Mottura è di origine piemontese e nei primi del '900 Domenico, il padre dell'attuale proprietario della cantina, produceva erba menta e essenze presso la propria cascina nelle campagne fra Pinerolo e Torino. Nel 1933 uno zio paterno ricevette un incarico come ingegnere per la costruzione della ferrovia Milano/Napoli, fu proprio in questo periodo che acquistò la tenuta a Civitella d'Agliano in provincia di Viterbo.
Fu utilizzata come residenza estiva familiare, pensate che tutta la produzione di vino e olio veniva poi venduta solamente a Torino e limitrofi.
Negli anni '60 in concomitanza dello storico passaggio dalle medievali pratiche della mezzadria alla conduzione diretta, si rese necessario reinventare l'azienda e Sergio, appassionato di vini, assunse la direzione della tenuta trasferendovisi in maniera definitiva.
Una vita dedicata ai vigneti la sua,tanto che la guida gambero rosso lo nomina viticoltore dell'anno nel 2013.